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DL Ambiente 2024: Tutte le Novità per la Gestione Ambientale e le Imprese

Il nuovo Decreto-Legge 17 ottobre 2024, n. 153, convertito con modificazioni dalla Legge 13 dicembre 2024, n. 191, introduce un pacchetto di misure finalizzate alla tutela ambientale, alla razionalizzazione delle autorizzazioni e alla promozione dell’economia circolare. Questo approfondimento si concentra sulle principali novità introdotte e sulle differenze rispetto alla normativa precedente, fornendo informazioni utili ai dirigenti d’impresa per orientarsi nel nuovo quadro regolatorio.

  1. Modifiche alle Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali

Nuove priorità per i progetti strategici

Il decreto introduce criteri chiari per assegnare priorità a determinati progetti ambientali. In particolare:

  • Progetti prioritari:
    • Nuovi impianti per la produzione di idrogeno verde.
    • Interventi su impianti eolici e fotovoltaici esistenti (rifacimento o potenziamento).
    • Realizzazione di impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio puro.
  • Tempistiche accelerate: Le autorizzazioni per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) devono essere emesse entro 60 giorni dalla scadenza dei termini per la documentazione, con una sola possibilità di proroga di massimo 20 giorni in casi eccezionali.

Focus sui progetti del PNRR

Il decreto riserva ai progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) una corsia preferenziale nelle valutazioni ambientali. Fino a tre quinti delle trattazioni totali saranno dedicati a questi progetti.

Differenze rispetto al passato:
La normativa precedente trattava tutti i progetti in modo uniforme, senza un chiaro ordine di priorità. Con il DL 153/2024, si privilegiano interventi che contribuiscono alla transizione energetica e agli obiettivi di decarbonizzazione.

  1. Nuove Misure per l’Economia Circolare

Incentivi e semplificazioni

Ripartizione dei costi per i consorzi: I costi associati al servizio universale (raccolta e riciclo di imballaggi) saranno equamente distribuiti tra i consorzi e i sistemi autonomi, previa verifica indipendente.

Aggiornamenti sulle attività soggette a regolamentazione

Il decreto amplia le categorie di attività soggette a controllo per includere, ad esempio, la cura e manutenzione del verde pubblico e privato.

Differenze rispetto al passato:
La normativa precedente presentava una regolamentazione meno dettagliata sulla gestione condivisa dei costi tra consorzi e sistemi autonomi.

  1. Gestione delle Risorse Idriche e Crisi Idrica

Introduzione delle “acque affinate”

Il decreto definisce le acque affinate come acque reflue urbane, domestiche o industriali sottoposte a ulteriori trattamenti per garantirne il riuso. Queste possono essere utilizzate in situazioni di crisi idrica, purché conformi alla normativa europea.

Norme per la gestione della crisi idrica

In caso di emergenze, come siccità prolungate o eventi climatici estremi, il decreto consente alle regioni e province autonome di adottare misure straordinarie, quali:

  • Modifiche temporanee agli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
  • Revisione periodica degli obiettivi di tutela ambientale ogni sei anni.

Differenze rispetto al passato:
Questa flessibilità nella gestione delle risorse idriche rappresenta una novità assoluta rispetto alle disposizioni precedenti, che non contemplavano deroghe specifiche per situazioni straordinarie.

  1. Transizione Energetica

Stop ai nuovi permessi per idrocarburi

Il decreto vieta il rilascio di nuovi permessi per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi, salvo per attività basate su permessi già concessi prima della sua entrata in vigore. Le concessioni esistenti rimangono valide fino alla fine della vita utile dei giacimenti.

Sostegno alle fonti rinnovabili

Le nuove disposizioni incentivano la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e la conversione di strutture industriali esistenti in bioraffinerie.

Differenze rispetto al passato:
La normativa precedente non prevedeva un blocco totale per i nuovi permessi di idrocarburi e non incentivava con altrettanta forza la transizione verso le rinnovabili.

  1. Bonifiche dei Siti Contaminati

Accelerazione delle procedure

Le autorizzazioni relative a bonifiche e caratterizzazioni dei siti contaminati possono essere approvate congiuntamente, riducendo i tempi di attesa.
Le agenzie ambientali possono collaborare con laboratori privati per velocizzare le analisi necessarie, eliminando ulteriori ostacoli burocratici.

Valutazione delle concentrazioni soglia di contaminazione

Il decreto semplifica l’iter per la definizione dei valori di fondo dei contaminanti e delle concentrazioni soglia, uniformando le procedure a livello nazionale.

Differenze rispetto al passato:
Queste misure puntano a risolvere uno dei principali problemi della normativa precedente: la frammentazione delle procedure di bonifica, che spesso causava ritardi e inefficienze.

Implicazioni per le Imprese

  1. Opportunità di finanziamento: I dirigenti devono monitorare i bandi legati al PNRR e agli incentivi per i progetti prioritari.
  2. Adeguamento normativo: È fondamentale verificare che i propri progetti rispettino i nuovi criteri di priorità, in particolare per impianti di energia rinnovabile o interventi su risorse idriche.
  3. Investimenti strategici: Le imprese possono trarre vantaggio dalle semplificazioni per l’economia circolare e la gestione tecnica interna.

Adottare un approccio proattivo rispetto a queste novità consentirà alle aziende di adeguarsi tempestivamente, massimizzando le opportunità offerte dalla nuova normativa.

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